La pandemia come sommovimento spirituale: alcuni contributi al dibattito

04 Maggio 2020

Il traumatico inizio dell’epidemia di CoViD-19 in Lombardia e Veneto alla fine di febbraio ha coinciso con l’inizio di una discussione pubblica sulle cause, i significati, i rimedi, le prospettive di un’emergenza sanitaria ed economica che ha colto tutti di sorpresa.

Questo processo collettivo di donazione di senso ha coinvolto una larghissima fetta della popolazione mondiale, dai semplici cittadini ai premi Nobel, tutti accomunati dall’urgenza di rintracciare un ordine intelligibile in una realtà diventata improvvisamente ostile.

L’epidemia da coronavirus è diventata così un osservatorio ideale non solo per valutare la natura e la profondità delle trasformazioni spirituali in corso da decenni in Occidente, ma anche per farne emergere le ragioni più nascoste.

Stimolati dalla novità del fenomeno, Paolo Costa ed Enrico Piergiacomi hanno provato ad applicare i concetti, metodi, saperi sviluppati all’interno del progetto di ricerca «Spiritualità e stili di vita» per offrire una lettura articolata dell’impatto che la prima pandemia del XXI secolo sta avendo sulla nostra forma di vita.

Qui sotto trovati i link ai loro principali contributi al dibattito.

Per cominciare, sul web magazine della Fondazione Bruno Kessler è disponibile una riflessione di Paolo Costa sull’abuso del pathos della fragilità che ha caratterizzato la prima reazione pubblica all’impennata del contagio.

Sempre sul sito web della Fondazione Bruno Kessler Enrico Piergiacomi ha dato vita al progetto «Di peste e passione», un blog che si prefigge lo scopo di studiare, sulla base di testimonianze letterarie, filosofiche e storiche che vanno dall’antichità a oggi, come gli esseri umani hanno reagito emotivamente alle epidemie o pandemie nel corso dei secoli.

Paolo Costa è stato coinvolto nella presentazione su «FBK Live – La ricerca in diretta» della piattaforma online, messa a punto dall’unità di ricerca di FBK guidata da Manlio De Domenico, il cui scopo è monitorare l’evoluzione delle informazioni sul coronavirus diffuse su Twitter. Nella sua riflessione (a partire dal minuto 39:55) Costa ha risposto alla domanda:
«Che strumenti hanno le persone per difendersi dalle infodemie che sempre accompagnano le epidemie?».

Nel suo videointervento sulle infodemie Costa ha insistito molto sull’importanza della scelta delle metafore nella lotta contro il coronavirus, e in particolare sugli effetti collaterali dell’abuso della metafora della guerra. Posizione ribadita e sviluppata in un articolo apparso su «Settimana News».

Sempre su «Settimana News» Costa ha provato a rispondere a quanti hanno visto nel ruolo defilato delle varie religioni nella gestione dell’emergenza sanitaria una prova definitiva della validità della tesi classica della secolarizzazione.

Sul web magazine della Fondazione Bruno Kessler si può leggere anche una riflessione di Costa sullo storico Yuval N. Harari, autore dei best seller mondiali Sapiens e Homo Deus, in cui viene spiegato perché è illogico considerare gli esseri umani degli «algoritmi obsoleti» e allo stesso tempo pretendere dalle persone un radicale cambiamento di stile di vita non appena le circostanze lo impongono.

Enrico Piergiacomi è intervenuto al seminario on-line «Corona and the Arts: Facts, Fears, Reflections, Actions» organizzato dal Torshovloftet di Oslo con una comunicazione intitolata  The danger of an epidemic: difficulties and opportunities.

Sul blog Le Parole e le Cose, infine, è disponibile un tentativo di bilancio filosofico della pandemia curato da Paolo Costa.

L’attività rientra nella missione del Centro per le Scienze Religiose di FBK di comprendere in tutta la sua complessità il rapporto tra religione e innovazione nelle società contemporanee.

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