È la risonanza che abbiamo in mente quando parliamo di reincanto?

La presentazione comincerà con un invito a scavare nella memoria e rispolverare un’esperienza personale di incanto che servirà da sfondo per il successivo sforzo interpretativo. Il perno del ragionamento è il processo che conduce regolarmente dall’attimo in cui le cose ci appaiono sotto una nuova luce, dotate di potenzialità che sarebbero sembrate irrealistiche solo poche ore prima, alla successiva e a prima vista inevitabile disillusione. L’obiettivo è sondare la solidità delle intuizioni su cui poggia il presunto primato esistenziale del disincanto investigando tre questioni interconnesse. Per cominciare, mi propongo di capire perché le esperienze di incanto debbano piegare sempre il capo e cedere il passo al disincanto: si tratta forse di una proprietà intrinseca della condizione umana e, nel caso, con che tipo di ineludibilità abbiamo a che fare qui? In secondo luogo, visto che gli episodi di incanto comunque accadono, vorrei capire quale tipo di potenziale incarnino, usando la musica come esempio paradigmatico. Infine, prendendo spunto dalla metafora weberiana della “religiöse Musikalität” – l’avere orecchio per la religione – cercherò di stabilire se nell’esperienza della risonanza esistano i presupposti per modificare l’equilibrio tra incanto e disincanto e il rispettivo peso che i due opposti modi di entrare in relazione col mondo hanno nelle vite degli individui moderni.

Relatore: Paolo Costa, FBK-ISR

Coordinamento scientifico: Massimo Leone, Direttore FBK-ISR

Ciclo di seminari: “(Dis-)Enchantment in Religion and Ethics“

La conferenza sarà in inglese o in italiano a seconda della composizione del pubblico.

La presentazione avverrà in presenza in Aula Piccola FBK fino ad esaurimento posti e in modalità online.

E’ obbligatoria la registrazione entro il 15 gennaio 2024 alle ore 12.00.

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Immagine:
Affresco di Schweitzer